HOME PAGE - GIULIO CARLO ARGAN

    

TORNA ALLE NOVITA' EDITORIALI SU ARGAN

 

Michelangelo scultore

presentazione di

Giulio Carlo Argan

saggio e schede di Claudio Gamba

serie "I classici dell'arte" n. 64, Rizzoli-Skira, Milano 2005

(in uscita con il «Corriere della Sera» il 30 marzo 2005).

 

La critica moderna ha veduto nel non-finito della scultura di Michelangelo il momento supremo dell’arte che travalica il proprio limite tecnico. Si poteva sentirlo al tatto nel trapasso dal liscio al ruvido e allo scabro, nella dissolvenza del fermo chiaroscuro in vibrazioni di luce; e quella qualità non era solo della scultura ma di tutta l’arte, infatti appariva con altro sembiante nella composizione della pittura e nella progettazione dell’architettura. Non era questione di desinenze ma di struttura. Come procedimento connesso a una nuova concezione dell’arte, segnò una svolta radicale: chiuse il ciclo dell’arte classica, di rappresentazione, e aprì quello dell’arte moderna, come espressione di stati dell’esistenza.

(Dalla Presentazione di Giulio Carlo Argan)

 

La grandezza e l’attualità di Michelangelo non si misurano solo dalle sue opere ma dall’intera sua vita: fu artista celebrato, invidiato, corteggiato e infine divinizzato, che tenne testa a papi e principi, ma fu anche uomo profondamente solo e angosciato, pieno di contrasti irresolubili, che incarnavano la solitudine dell’uomo moderno. Pur immerso nelle angosce e nelle speranze della sua epoca, Michelangelo sembra trascendere il tempo per parlare, anche all’uomo d’oggi, di eros e salvezza, di malinconia e titanismo, di peccato ed eternità, di perfezione e incompiutezza, di sofferta vitalità e di un’amara, sconsolata meditazione sullo scorrere del tempo e la fine delle cose. Michelangelo non smette di suscitare insieme problemi e ammirazione, come il suo autore più amato, Dante, i cui versi conosceva a memoria e che certo procurò in lui un’agonistica emulazione.

(Dal saggio di Claudio Gamba)

Vai alla pagina nel sito del «Corriere della Sera»