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Giulio Carlo Argan
 

Progetto e oggetto.

Scritti sul design

a cura di Claudio Gamba
Prefazione di Carlo Olmo
 

Medusa, Milano 2003

Collana "Aracnion", 2

pagine 224

euro 24
 

 

Quarta di copertina:

 

Può la produzione industriale essere portatrice di valori estetici? Può esserci un'arte per la società tecnologica come in passato c'è stata un'arte per la società artigiana? Su questi interrogativi si incentrano, nel dopoguerra, gli scritti di Giulio Carlo Argan: «Uno degli aspetti più gravi della crisi artistica del nostro secolo – scriveva nel 1953 – è la difficoltà di conservare o ritrovare il rapporto tra creazione artistica e produzione economica». Da storico dell’arte calato nei problemi del proprio tempo, Argan elabora un'etica del design: l’arte è stata per secoli il modello e il vertice dell’artigianato (alla base il massimo della quantità, all’apice il massimo della qualità); nel design invece la produzione industriale conforma l’oggetto al prototipo, è il massimo della qualità nel massimo della quantità. L’artista che lavora per l’industria non fa «bozzetti» ma «progetti» e la sua ricerca estetica coincide con la «metodologia progettuale» (l'antefatto è nel Bauhaus): in questo modo imprime alla produzione una finalità non meramente economicistica, bensì pedagogica, che si relaziona con la scuola, il museo e le più moderne correnti artistiche. Con l’architetto e l’urbanista, l'artista elabora un modello che dovrà porre le basi di una nuova società. obbiettivo riassunto efficacemente nello slogan programmatico «dal cucchiaio alla città», che segnò il design del secondo Novecento.

Questo il nucleo di pensiero che emerge dagli scritti di Argan qui raccolti, particolarmente evidente in quelli usciti tra il 1949 e il 1963. In appendice una testimonianza inedita ritrae l’industriale che si circondò dei migliori progettisti italiani: Adriano Olivetti. Da questa antologia – scrive Carlo Olmo nella prefazione – emerge «un’idea forte di umanesimo tecnico, di un umanesimo che accetta la sfida, anche intellettuale, che la tecnica propone, rifiutando il rifugio in irrazionalismi o in individualismi oggi tanto seducenti».

 

 

Dal "Saggio introduttivo" di Claudio Gamba:

 

1. Giustificazione e struttura della raccolta

 

A essere rigorosi, e forse un po’ pedanti, non avremmo potuto isolare il tema del design da tutti gli altri argomenti e problemi che Giulio Carlo Argan ha trattato in più di sessant’anni di ininterrotta militanza critica, attività didattica, tutela del patrimonio, azione politica. Dal punto di vista fenomenologico gli scritti sul design sono inseparabili dagli altri; dal punto di vista biografico tutti i suoi scritti dovrebbero essere raccolti e ordinati cronologicamente in un’edizione di «opere complete»: solo così verrebbe fuori il ritratto a tutto tondo dell’intellettuale Argan, della complessità e varietà dei suoi interessi, di come il suo pensiero si sia nel tempo definito, modificato, ampliato, contraddetto. Ma dal punto di vista dell’indagine storica, questa raccolta costituisce un passo importante: isolando il tema pone le premesse all’analisi del problema, rimette in circolazione testi che da molti anni non sono più editi (più della metà non hanno avuto edizioni successive alla prima), permette di meglio ricostruire e storicizzare (che è l’opposto di sterilizzare) il pensiero di Argan sul doppio filo intrecciato dei rapporti tra arte-artigianato-industria e design-architettura-urbanistica.

Per quanto fondamentali, sono pochi gli scritti in cui Argan ha affrontato in modo specifico e circoscritto il design (quasi tutti compresi tra il 1949 e il 1962, con un picco nel ’54), eppure l’argomento costituisce un filo rosso, che si ritrova continuamente nella sua sterminata bibliografia: come polo dialettico delle ricerche visive ed estetiche nella società di massa, come base per la riforma dell’insegnamento nelle accademie e della didattica nel museo. È un tema fondamentale per capire il percorso metodologico e le oscillazioni concettuali del pensiero di Argan: dall’idealismo alla fenomenologia, dall’esistenzialismo all’antropologia, dal razionalismo allo strutturalismo, e ancora: dalla pura visibilità alla psicologia della forma, dall’iconologia alla storia sociale dell’arte, dalla critica estetica alla storia dell’arte come componente del sistema culturale, dalla storia della critica alla storia della città, dalla difesa delle avanguardie alla tesi della morte dell’arte. Gli scritti qui raccolti vanno pensati come l’ordito di una trama più spessa, sulla quale si costruisce il superamento di ogni concezione metafisica o estetizzante dell’arte: l’ipotesi di positiva risoluzione del ruolo dell’artista di fronte all’affermarsi dell’industria e alla crisi dell’artigianato. Argan giunse negli ultimi anni a ben più scettiche e amare conclusioni: dell’efficacia di una alleanza tra arte e industria ebbe a ricredersi, ma non si pentì di averla ipotizzata e sostenuta.

Questi scritti (articoli, conferenze, prefazioni, saggi), sono frammenti che fanno parte di un discorso più ampio, di un sistema où tout se tient. Pertanto si è scelto di incastrare la sezione espressamente dedicata al design tra due sezioni concettualmente contigue: una su arte-tecnica-società e l’altra su architettura-design. A queste, si è aggiunta un’ultima sezione che raccoglie due scritti sul design dei primi anni Ottanta, cronologicamente staccati dagli altri. Infine, in appendice, sono inserite due testimonianze su Adriano Olivetti, una scritta in occasione della morte, l’altra inedita. Le prime tre sezioni sono state al loro interno ordinate cronologicamente e vanno mentalmente tra loro sovrapposte e infine ricollegate agli scritti di Argan degli anni ’50 e ’60.

 

 

Dalla "Nota editoriale" riproduciamo l'elenco dei testi presenti nel volume, con le informazioni sulla loro prima pubblicazione:

 

Per le riedizioni dei testi si adottano le seguenti abbreviazioni: 1) Progetto e destino = Giulio Carlo Argan, Progetto e destino, Il Saggiatore, Milano 1965; 2) Da Hogarth a Picasso = Giulio Carlo Argan, Da Hogarth a Picasso. L’arte moderna in Europa, Feltrinelli, Milano 1983; 3) Storia dell’arte come storia della città = Giulio Carlo Argan, Storia dell’arte come storia della città, a cura di Bruno Contardi, Editori Riuniti, Roma 1983.

Arte, Artigianato, Industria, è stato pubblicato in «Comunità», Rivista del Movimento Comunità diretta da Adriano Olivetti, anno III, n. 5, settembre-ottobre 1949, pp. 60-62. L’articolo è accompagnato dalle foto di tre incisioni tratte da «L’esposizione universale del 1867 illustrata».

Arte e industria, è stato pubblicato in «Esso rivista», Pubblicazione bimestrale a cura dell’Ufficio Stampa della Esso Standard Italiana, anno IV, n. 6, novembre-dicembre 1952, p. 6. L’articolo fa parte di un servizio dedicato al bando del «II Premio di pittura Esso», della cui giuria Argan è membro, sul tema «Strade d’Italia»; gli altri articoli sono di Lionello Venturi, Antonio Baldini, Palma Bucarelli, Orio Vergani e Leonardo Sinisgalli, ciascun articolo è illustrato con la foto dell’autore e con particolari di opere tre-quattrocentesche aventi come soggetto «la strada».

Tecnica ed arte, è stato pubblicato in «Tecnica e didattica», Rivista a cura del Ministero della Pubblica Istruzione, anno V (n.s.), n. 1, 1953, pp. 2-7 (si trascrive dall’estratto conservato a casa Argan). L’articolo è illustrato con sculture di Naum Gabo e Antoine Pevsner, alle quali Argan fa riferimento nel testo.

Gropius e la «metodologia», è stato pubblicato in «Civiltà delle macchine», Rivista bimestrale pubblicata dalla Finmeccanica e diretta da Leonardo Sinisgalli, anno II, n. 2, marzo 1954, pp. 40-42. L’articolo è illustrato con due progetti di Gropius, è preceduto da occhiello: «Il grande architetto tedesco compie quest’anno settant’anni», suddiviso in tre parti con l’introduzione di due titoletti: «L’arte nel processo produttivo» e «Il contributo dell’esperienza estetica». Il testo è stato riedito in Progetto e destino, pp. 281-293, e in Da Hogarth a Picasso, pp. 515-523 (si trascrive da qui); nelle riedizioni, scompaiono le virgolette dal titolo, l’occhiello e i titoli dei paragrafi. La parte finale dell’articolo è stata utilizzata da Argan per modificare la conclusione della seconda edizione del volume Walter Gropius e la Bauhaus [1951], Einaudi, Torino 1957. Possiamo inoltre segnalare che l’articolo è stato riedito, in modo conforme all’originale (comprese le immagini), nel volume Civiltà delle macchine. Antologia di una rivista 1953-1957, a cura di V. Scheiwiller, introduzione di G. Dorfles, Scheiwiller, Milano 1988, pp. 64-69.

L’«Industrial Design» come fattore di integrazione sociale, è la relazione introduttiva al I Congresso Internazionale di Industrial Design, organizzato dalla X Triennale di Milano (28-30 ottobre 1954), presentata con il titolo Industrial design e cultura. Il testo, in attesa degli Atti, venne anticipato su «aut aut», Rivista bimestrale di filosofia e di cultura diretta da Enzo Paci, anno IV, n. 24, novembre 1954, pp. 460-467 (si adotta il titolo e si trascrive da qui). Conservata negli archivi della Triennale e rimasta inedita per quasi cinquant’anni, l’integrale trascrizione stenografica degli interventi è stata ora pubblicata nel volume La memoria e il futuro. I Congresso Internazionale di Industrial Design. Triennale di Milano, 1954, Skira, Milano 2001 (la relazione di Argan è alle pp. 18-23, e l’intervento di replica alle pp. 36-39).

Arte e produzione alla X Triennale, è stato pubblicato in «Casabella-Continuità», Rivista internazionale di architettura diretta da Ernesto N. Rogers, n. 203, novembre-dicembre 1954, pp. 39-42. L’intero fascicolo è dedicato alla X Triennale di Milano; l’articolo di Argan è illustrato con tre progetti di Nizzoli, Wagenfeld e Peter Muller-Munk Associates.

Che cosa è il Disegno Industriale, è stato pubblicato, diviso in due parti, in «Notizie Olivetti», Bollettino interno riservato al personale a cura dell’Ufficio Stampa della Olivetti, anno III, n. 30, ottobre 1955, pp. 8-9 e n. 31, novembre 1955, pp. 17-19. L’articolo è illustrato con tre immagini (un’armatura, una poltrona barocca, un’automobile) e preceduto dalla frase redazionale: «Un critico illustre e agguerrito, Giulio Carlo Argan, ha scritto per noi un saggio, di cui pubblichiamo la prima parte, sull’ “Industrial Design”. Esso risponde alla domanda che abbiamo posta per titolo e che ci è stata spesso rivolta dai nostri lettori. Nei prossimi numeri pubblicheremo il seguito del saggio». Il testo è stato riedito con il titolo: Il disegno industriale, in Progetto e destino, pp. 130-140 (si trascrive da qui, adottando il titolo originale).

Marcel Breuer. Disegno industriale e architettura, è il testo della «Monografia ideata e realizzata dalla Rinascente per illustrare la figura di Marcel Breuer in occasione del conferimento del Gran Premio Internazionale La Rinascente Compasso d’Oro 1955», il volume è stato edito presso Görlich, Milano, e finito di stampare il 15 gennaio 1957 (124 pp., con numerose illustrazioni nel testo; alle pp. 119-123 sono riportati l’elenco delle opere e la bibliografia; il volume contiene anche la traduzione inglese di M. Langley). È stato riedito parzialmente e con modifiche in Progetto e destino, pp. 315-352, e in versione integrale conforme all’originale in Da Hogarth a Picasso, pp. 531-567 (si trascrive da qui).

Il problema dell’arredamento, è stato pubblicato in «La Casa», Quaderni di architettura e di critica diretti da Pio Montesi, n. 2 [1956], pp. 5-10. L’intero fascicolo è dedicato al tema dell’arredamento e del mobilio antico e moderno, con scritti di Franco Berlanda, Augusto Magnaschi, Enzo Frateili, Eugenio Battisti e Nello Ponente.

Modulo-misura e modulo-oggetto, è stato pubblicato in «La Casa», Quaderni di architettura e di critica diretti da Pio Montesi, n. 4 [1958], pp. 68-72. Il numero monografico, che raccoglie quattro quaderni, è dedicato all’«industrializzazione dell’edilizia» e curato da P. Montesi con la collaborazione di P. Portoghesi. Prima degli articoli è pubblicata la trascrizione della «terza e ultima delle discussioni che hanno preceduto la stesura dei saggi» e alla quale hanno partecipato G.C. Argan, C. Ciribini, L. De Libero, E. Frateili, A. Libera, E. Paci e P. Montesi (pp. 5-33). Il testo dell’articolo è stato riedito in Progetto e destino, pp. 104-115 (si trascrive da qui).

La Risposta a un’inchiesta sull’artigianato, è stata pubblicata in «Zodiac», Rivista semestrale di architettura diretta da Bruno Alfieri (Edizioni di Comunità), anno III, n. 4, gennaio-giugno 1959, pp. 16-18. Nei due numeri del 1959 la rivista raccoglie, sotto il titolo complessivo Enquête sur l’artisanat / An Enquiry on Handcrafts, le risposte al questionario inviato a numerosi esperti: nel n. 4 rispondono, oltre Argan, J. J. P. Oud, A. Rosselli, G. Ponti, T. Sarpaneva; nel n. 5 l’inchiesta prosegue con una replica di G. Veronesi e le risposte di E. Sottsass, A. Bloc, G. Hatje, M. Labò, A. Hermant, J. W. Strobl, M. Staber. La risposta di Argan è pubblicata in italiano, mentre il testo delle domande sono in francese e inglese (la traduzione qui pubblicata, compiuta confrontando le due versioni, e il titolo sotto il quale raccogliamo i testi, sono del curatore; non è stata trascritta la settima domanda, perché riservata agli studiosi non italiani, e alla quale infatti Argan non risponde).

La Testimonianza per Adriano Olivetti, è stata pubblicata in «Comunità», anno XIV, n. 78, marzo-aprile 1960, pp. 5-6. Il fascicolo è dedicato alla memoria dell’industriale da poco scomparso e raccoglie quaranta Testimonianze per Adriano Olivetti (questo il titolo complessivo), tra cui quelle di Astengo, Le Corbusier, Mumford, Neutra, Ragghianti, Read, Rogers, Zevi. Le testimonianze sono state poi raccolte nel volume Ricordo di Adriano Olivetti, Edizioni di Comunità, Milano 1960.

Automobile e design, è stato pubblicato in «Pininfarina», Rivista quadrimestrale d’informazione, anno II, n. 1, marzo 1961, pp. 3-6. L’articolo è illustrato con due disegni di operai intenti al montaggio delle automobili. Su tematiche analoghe Argan è tornato nel saggio Il destino dell’automobile, in Uomo o automobile?, testi di I. Alessiani, G.C. Argan, G. Dorfles, L. Piccinato, P.L. Sagona e E. Servadio, Gherardo Casini Editore, Roma 1968, pp. 27-49.

Moda stile costume, è il testo della Prefazione al volume Mostra Moda Stile Costume, Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo, Torino 1961, pagine non numerate. Il volume, che fa parte della «Collezione diretta da Ezio Gribaudo Figure di un’epoca 1900-1961», è edito a conclusione della Mostra della Moda Stile Costume (Torino, giugno-settembre 1961), organizzata in concomitanza alle Mostre celebrative per il Centenario dell’Unità d’Italia, e realizzata da Pinifarina (Presidente), Franco Garelli (vice-presidente), e dagli architetti A. Cavallari Murat, R. Gabetti, A. Oreglia d’Isola, G. Raineri. Il testo di Argan è corredato da alcune fotografie di interni ed esterni dell’esposizione.

Problemi estetici della stampa periodica a grande diffusione, è il testo della relazione tenuta il 13 novembre 1961 al convegno La decorazione e la illustrazione del libro negli Istituti Specializzati di Istruzione Artistica. Il testo è pubblicato negli «Atti del Convegno tenuto ad Urbino per celebrare il I Centenario della fondazione dell’Istituto d’Arte (1861-1961), 12-13-14 novembre 1961», pp. 82-87 [il volume è edito dall’Istituto d’Arte di Urbino e stampato nel novembre 1961 in 350 copie numerate]. Gli altri partecipanti al convegno sono: V. Volpini, C. Bo, M. Maccari, A. M. Landi, S. Sciascia, G. Bosco, F. Carnevali, R. Frattarolo, S. Samek Lodovici, F. Pettinelli, Z. Checchi Fettucciari.

Qualità, funzione e valore del disegno industriale, datato 1961, è stato pubblicato in Progetto e destino, pp. 141-147.

L’oggetto moderno in Italia, è il testo introduttivo, apparso senza titolo, al volume L’oggetto moderno in Italia, «Pubblicazione realizzata in occasione della Mostra Oggetto da regalo (Firenze, Palazzo Strozzi, 1962)», Tipografia Giovanchini, Firenze 1962, p. 7. Il testo è seguito dalla traduzione inglese (p. 8), e da una seconda introduzione scritta da Leonardo Savioli (curatore dell’allestimento insieme a D. Santi e R. Vernucchio).

Il rapporto arte-società nella condizione storica attuale, è il testo della relazione tenuta all’Istituto di filosofia dell’Università di Roma il 7 dicembre 1962 per il ciclo «Arte e società», pubblicata in «De Homine», Rivista trimestrale del Centro di Ricerca per le scienze morali e sociali, n. 5-6, giugno 1963, pp. 104-109. Nella stessa giornata si tengono anche le relazioni di Ranuccio Bianchi Bandinelli (Per uno storicismo integrale) e Bruno Zevi (Architettura e società). Il ciclo di lezioni è organizzato da Franco Lombardi, e i testi, diffusi prima in fascicoli a stampa, sono riuniti, insieme ad altri appositamente richiesti, nel citato numero doppio della rivista da lui diretta (scritti anche di P. Francastel, M. Praz, P. Portoghesi, E. Battisti, R. Assunto, G. Dorfles, ecc.). Con il titolo: Il rapporto arte-società, il testo è stato riedito in Progetto e destino, pp. 148-154 (si trascrive da qui, adottando anche il titolo abbreviato).

Architettura e industrializzazione: morfologia, tipologia e modello, è il testo presentato al Ciclo di conferenze sui problemi dell’industrializzazione edilizia (Cagliari, 25 febbraio-15 aprile 1967), «Patrocinato dal Ministero LL. PP. – Comitato Produttività Edilizia con la partecipazione della Regione Autonoma della Sardegna, organizzato e diretto dall’Università di Cagliari – Istituto di architettura e urbanistica – centro studi edilizia industrializzata». Il testo è stampato e distribuito durante la conferenza (si trascrive dalla copia conservata a casa Argan), poi inserito negli Atti, Eliograf, Roma 1967. La seconda parte è stata anche pubblicata, con molti tagli, in «L’Architettura. Cronache e storia», Rivista mensile diretta da Bruno Zevi, anno XIII, n. 149, f. 11, marzo 1968, pp. 750-751.

La crisi del design, è il testo della conferenza tenuta nel 1980 a Berlino, nella Otto Braun Saal der Staatsbibliothek (edita con il titolo Design in der Krise, in «Bauwelt», 1981). La versione originale in italiano è stata pubblicata in Storia dell’arte come storia della città, pp. 261-279 (si trascrive da qui).

Il design degli italiani, è stato pubblicato in Italian Re evolution. Design in Italian society in the Eighties, catalogo della mostra ideata da Piero Sartogo (La Jolla Museum of Contemporary Art, California, 1982), Nava, Milano 1982, pp. 15-23. Il testo è stato edito anche con il titolo: Il design: una scuola italiana?, con l’aggiunta di alcune righe iniziali e la soppressione di altre riferite al contesto della mostra, in «Accademie e Biblioteche d’Italia», anno L (1982), n. 4-5, pp. 323-333. La prima versione è stata riedita in Storia dell’arte come storia della città, pp. 280-292 (si trascrive da qui).

Da un’intervista inedita su Adriano Olivetti, è il testo delle risposte di Argan a un’intervista realizzata da Laura Olivetti nel marzo 1989. Dalla registrazione viene ricavata prima una trascrizione integrale e da questa una seconda versione leggermente tagliata e privata delle domande, il testo è sottoposto allo stesso Argan e approvato (da questo trascriviamo), poi inserito come testimonianza in appendice alla tesi di Laura Olivetti, rimanendo tuttavia inedito (traggo le notizie da una lettera datata 14-3-1989, conservata a casa Argan insieme alle due versioni dattiloscritte dell’intervista).

 

 

Recensioni al volume:

 

- Michela Rosso, Gli scritti sul design di Giulio Carlo Argan. Automobili, macchine per cucire e bicchieri: progetti per una società più civile, in «Il Giornale dell’architettura», n. 6, aprile 2003, p. 30.

- Piercarlo Crachi, Argan e il design, in «Domus», n. 861, luglio-agosto 2003.

- Giuseppe Appella, Un utopista nel Design, in «Il Manifesto», 26 luglio 2003, inserto «Alias-La talpa libri», pag. 23.

- Flaviano Celaschi, Il design secondo Argan, in «AL – Mensile di informazione degli Architetti Lombardi», n. 11, novembre 2003, p. 40.

- Domitilla Dardi, Progetto e oggetto, in «www.architettura.it», 2 dicembre 2003.

 

Per leggere la recensione di Domitilla Dardi nel sito "ARCH'IT", clicca qui